Pratica Psicoterapeutica

Il Mestiere dell'Analista
Rivista semestrale di clinica psicoanalitica e psicoterapia

NUMERO 20
1 - 2019 mese di Giugno
ABBIAMO LETTO...
PREFAZIONE ALL’OMOGENITORIALITÀ
di Guido Medri

Ho voluto provare, prima di scrivere queste poche righe, a portare la questione della omogenitorialità in alcuni salotti. Le opinioni che ho raccolto sostanzialmente sono state queste: le famiglie sono tutte allo sfascio e non c’è nessuna garanzia che in una famiglia cosiddetta normale i figli vengano educati con le attenzioni dovute, quello che conta è voler loro bene comunque, non si capisce perché si debba proibire la libertà di scelta, perché non approfittare delle opportunità che ci vengono dal progresso scientifico, se la coppia è ricca o ha dei genitori disponibili può avvalersi di tanti aiuti ecc. . Alcuni non sapevano pronunciarsi, ma erano comunque dell’idea che, visto che ormai queste famiglie ci sono da anni e sono sparse in tutto il mondo, tanto vale prenderne atto. Le varie opinioni venivano espresse in maniera piuttosto decisa e la discussione che ne seguiva era particolarmente accesa, a significare il grande interesse che destava l’argomento; d’altro canto tuttavia mi sembrava palese una sensazione di fastidio e di incertezza. Il tema evidentemente sollevava inquietudine e le argomentazioni sembrava si facessero perentorie proprio per sottrarsi ad una ulteriore riflessione. Insomma era meglio chiudere il discorso.

 

Si dovrebbe invece dare per scontato che una questione tanto attuale sia al centro del dibattito in ambito psicoanalitico e se ne colgano gli aspetti problematici. Eppure non è affatto così, non è oggetto di congressi, seminari, studi specifici, quasi come non ci riguardasse. Potremmo argomentare che questo accade perché il discorso teorico deve avvalersi dell’esperienza clinica e poiché ancora nessuno di noi si è ancora confrontato con pazienti cresciuti nel contesto familiare in questione ci vengono a mancare dati attendibili per una elaborazione attendibile. Tale giustificazione per alcuni aspetti sicuramente da condividere è tuttavia del tutto insufficiente; devono essere in giuoco ben altri fattori. Non mi soffermo su questo disagio, del tutto simile peraltro a quello sollevato per anni dal dibattito a proposito dell’orientamento omosessuale (un percorso diverso o patologia?). Ora tutti danno per scontato, analisti compresi, che si tratti semplicemente di una deviazione dello sviluppo libidico. Per inciso fra i primi ad affermarlo e con grande sicurezza è stato uno dei nostri maestri, Morgenthaler, agli inizi degli anni ottanta. Si tratta però di un accordo, per così dire, di comodo, che non prende in considerazione pareri opposti. Ben diversa, ad esempio, è l’opinione dei neokleiniani, fra cui Steiner, che definiscono l’omosessualità una forma di perversione narcisistica. Resta il fatto che il nostro tema è soggetto ad un’evidente attività di rimozione, meno se ne parla meglio è. Tutta questa premessa per dare un entusiastico benvenuto a questo libro, un libro sulla omogenitorialità scritto da uno psicoanalista. Giacobbi compie una operazione culturale davvero importante e meritoria: dissotterra la questione e ce la mette sotto gli occhi : al mondo succede questo, noi cosa ne diciamo? La sua attezione non si sofferma tanto sulla coppia omosessuale. È chiaro che l’omosessualità comporta l’impossibilità generativa e che questo limite viene valicacato con un artifizio. Si tratta dell’affermazione di un diritto.

 

Il tema è davvero complesso. Abbiamo a che fare con un evento straordinario per cui si intende superare i limiti della biologia e negare il dato di fatto che la distinzione fra i sessi è essenziale per un rapporto sessuale creativo. L’autore lo affronta nelle sue tante sfaccettature nel corso di altrettanti capitoli: l’omofobia, la pratica clinica, l’omosessualità e la psicoanalisi, il dominio della tecnica e il principio di responsabilità, il desiderio che si muta in bisogno e in diritto, corpo maschile e corpo femminile, funzione paterna e materna, il mito di Edipo, mente e inconscio, il rapporto madre bambino, il segreto delle origini, la mercificazione della procreazione, la questione del danno. Una carrellata che ci dà subito l’idea dello spessore delle riflessioni dell’autore. La sua attenzione si sofferma in particolare sul destino che attende il nascituro.

 

L’intento di Giacobbi non è però solo quello dello studioso: egli intende mettere alla prova le categorie psicoanalitiche con lo strutturarsi delle dinamiche inconsce del bambino che si trova per l’appunto in un contesto così diverso da quello tradizionale, ove non si dà la differenza di genere. Qual è il destino che lo attende, come si svilupperà la sua persona? E arriva a queste conclusioni: “ritengo che svincolare la genitorialità dal fondamento profondo dei processi pulsionali, fantasmatici e di produzione simbolica, sottesi alla procreazione naturale, sia sommamente pericoloso e alteri le basi ontologiche e naturali dell’uomo…”. Giacobbi sa perfettamente che le sue convinzioni non sono affatto in linea con l’opinione corrente diffusa fra gli intellettuali e che rischia di trovarsi nella scomoda posizione di chi viene additato come un conservatore o, anche peggio, come un reazionario; e dobbiamo dunque dargli atto, al di là di quali siano le nostre opinioni, di un grande coraggio. A sostegno delle sue tesi illustra le ricerche che attribuiscono alla presenza della madre una funzione fondamentale a tutti i livelli per lo sviluppo emotivo-cognitivo del bambino (la base sicura della Mahler, la rêverie materna bioniana, la funzione mentalizzante della madre di Fonagy, le sperimentazioni di Stern ecc.), mentre per quanto attiene alla necessità della figura del padre, del terzo, si riallaccia anche a Lacan per rivisitare il mito edipico come dimensione che struttura la mente, “pena il rischio della follia individuale”. Un autore italiano, fra i molti citati, cui Giacobbi si richiama è Fornari, con la teoria dei codici affettivi e l’affermazione che la buona famiglia è anzitutto la “buona famiglia interna”.

 

In conclusione un libro ben costruito, ricco di argomentazioni di grande interesse e animato da una forte vena polemica.

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